bella salita...
accompagnata da un vento che avrebbe frantumato qualsiasi pala eolica...
L'intenzione era quella di salire alla bocchetta dal Sempione, 6-700
metri di dislivello, un cosa tranquilla...il giro inverso dello
"spallone" di questa estate...così giusto per buttare un occhio al
Veglia con la livrea invernale...
Controllate le previsioni del tempo "Briga ampiamente soleggiato"...
Insomma, stamattina prestino come spesso accade, si parte....
Una bella alba...in autostrada...temperatura insolitamente alta.
Poi il cielo lentamente si rischiara....ma verso la Svizzera, nuvole, tante...
Vado avanti, magari sono nuvole passeggere...magari.
Invece salendo il tempo non cambia, anzi peggiora, si alza il vento, un vento consistente, che all'uscita di una galleria mi fa ondeggiare la macchina...
Mi viene da pensare di aver sbagliato la data delle previsioni...
Passo attraverso le Gole di Gondo per salire al Sempione, fanno una bella impressione, pareti alte, lisce, umide.
Le nuvole sono sempre lì, sopra la mia testa. La temperatura è incredibilmente alta, fra gli 8 e i 10 gradi.
Salgo ancora, ma quando esco dalle Gole, il panorama mi incupisce ancora di più: nuvole ovunque, veloci, spinte dal vento, un bel vento, da nord.
Mi fermo al parcheggio dell'Ospizio del Sempione. Mancano una manciata di minuti alle 8. Poche macchine. Assieme a me arriva un'altro speranzoso da Parabiago...Scambiamo quattro chiacchiere, neanche lui sa cosa fare. Butto un occhio alla mia meta: avvolta dalle nuvole. Provo a guardarmi attorno per capire se si possano cogliere segni di un qualche cambiamento del tempo. Niente da fare. Nuvole e vento. Ovunque. Non mi fido a salire da solo in mezzo alla nebbia. Che magone. Sto pensando di tornare indietro, magari in Val Vigezzo che appariva ben soleggiata stamattina quando ci son passato di fianco.
Mi passano davanti due "ciaspolatori". Chiedo dove sono diretti. Direzione Breithorn, fin dove arrivano, poi tornano indietro che il tempo non li entusiasma.
Mi aggrego. Simpatici e gentili. Fanno parte di un gruppetto di 6 persone, ma gli altri hanno sci e pelli. Sono Valsesiani. Partiamo, senza fretta. Loro sono avanti io forzo un poco il passo e li raggiungo. Siamo sopra a quota 2000 e si sente subito. Il ginocchio sta bene, le dita della mano sinistra soffrono ancora un pò, quando le stringo.
Il vento soffia continuo a volte con folate di maggiore intensità, fastidioso quanto basta. Sposta nuvole grigiastre, umide, veloci sopra le nostre teste. Il Breithorn, se ne sta là, perennemente occultato.
Saliamo bene, vi sono tracce evidenti di passaggi precedenti. La neve è poca ma tiene. Croste di neve trasportata ogni tanto si sfaldano sotto i nostri passi. Davanti a noi un interminabile serpentone di ragazzi svizzeri sale lento e regolare. Sci e pelli oppure ciaspole e tavola appesa allo zaino. Si fermano a mangiucchiare qualcosa e li superiamo. Teniamo sotto controllo la cima. Sempre contornata dalle nuvole.
Immerso nei miei pensieri mi raggiunge Roberto, del gruppo dei Valsesiani. Chiacchieriamo un pò. Si fa fatica a sentire le parole, spesso sovrastate dal vento. Ci supera un trio di "corridori": Roberto ne saluta uno. Lo conosce. Io commento il fisico ed il passo. "Uno da 8000" mi risponde Roberto, mica pizza e fichi.
Usciamo da una serie di piccoli canali per arrivare davanti all'interminabile scivolo che conduce al colletto del Breithorn. I due cispolatori rinunciano. Non hanno voglia di salire "nel buio".
Le nuvole sono basse ed io scruto il terreno attorno a me, memorizzo qualche riferimento, nel caso dovessi scendere da solo. Saliamo ancora un centinaio di metri ma senza troppa convinzione. Alle nostre spalle il sole comincia bucare le nuvole, molto più a nord. Siamo in mezzo alla nebbia. Torna indietro il gruppo dei corridori. Al colletto non sono arrivati. Si sono fermati poco prima. Le troppe nuvole ed il vento li hanno costretti a rinunciare. Scendono. Dopo pochi minuti, senza sapere bene dove siamo arrivati, anche noi decidiamo di tornare.
Scendiamo di 150, forse 200 metri...gli squarci verso nord si sono estesi anche sopra le nostre teste in un istante...rimaniamo piacevolmente sorpresi. Siamo indecisi sul da farsi. Roberto vuole scendere. Io sono rinfrancato dalla presenza del sole e dalla vista della meta. Una sferzata di ottimismo e di adrenalina mi convincono che posso provare a salire.
Ancora mi brucia l'Arbola di questa estate, quando rinunciai a tornare indietro e per tutto il percorso del ritorno, la cima che avevo trovato coperta dalle nuvole mi guardò sorniona e baciata dal sole...
Giro le scarpe e ricomincio la salita. Ancora vento senza sosta, ma adesso mi sembra meno fastidioso.
Un gruppetto di 10 francesi che stava salendo, si ferma ed indossa l'imbrago. Io continuo a salire sulla linea di massima pendenza, loro procedono a zig-zag con un bel passo, ed in poco tempo mi raggiungono.
Adesso la fatica si fa sentire, unita al poco allenamento ed alla quota attorno ai 3000 metri. Salgo contando i passi: 60 passi e 60 secondi fermo a prendere fiato. Funziona e salgo senza soffrire più del necessario. Il vento è micidiale: ogni volta che mi levo un guanto per una foto mi si congela la mano destra. Adesso le nuvole sono sparite completamente lasciando scoperto il Breithorn e l'anticima. L'aria delle nuvole, carica di umidità, si è depositata spinta dal vento sulle rocce. Sono bianche. Uno spettacolo al quale fatico a resistere. Centellino le foto, che le mani mi servono estrambe, magari con tutte le dita attaccate.
Nella parte terminale della salita, quasi al colletto, la neve si dirada, lasciando scoperte ampie zone di ghiaccio. Sono ben sostenuto dai piccoli ramponi sotto le ciaspole. Anche la pendenza si è ridotta. In compenso il vento è aumentato. Si fa fatica a stare in piedi. Un drappello di francesi è arrivato qualche istante prima di me.
Si sono addossati alla parete e stanno calzando i ramponi. Non mi azzardo a proseguire verso la parte sommitale del colletto. Mancano forse 4-5 metri, ma l'L'incavo scavato dal vento nel ghiaccio la dice lunga sulla violenza dell'aria. Non voglio rischiare di scivolare. Mi trattengo qualche minuto per prepararmi alla discesa, controvento. Chiedo ai francesi cosa vogliano fare. Saliranno alla cima del Breithorn. Buona fortuna.
Qualche foto e poi via, me ne torno verso il Sempione.
Scendendo incrocio anche la parte rimamnente dei francesi. Una delle partecipanti mi spiega che hanno una guida che li porta su. Buon per loro. Il vento fa veramente impressione.
La discesa fila via tranquilla, sotto il sole, circondato finalmente dallo spettacolo delle montagne della Svizzera. Alla una ancora un temerario sale. Scambiamo due chiacchiere, mi scatta una paio di foto e poi continuiamo ognuno nella propria direzione. Sono bardato come un palombaro per evitare che il vento mi si infili nel collo.
Al termine dello scivolo che conduce al Breithorn, incontro un paio di scialpinisti in discesa. Ancora qualche foto che adesso il vento lo concede. Proseguiamo insieme. Loro scendono agili, io un pò meno.
Sono un pò stanco ma felice come un bambino. Una giornata che sembrava promettere molto male si è invece risolta in uno spettacolo. Transitano anche i francesi di ritorno dal Braithorn. Una di loro mi dice che una parte del gruppo si è fermata all'anticima per il troppo vento.
Terminiamo la discesa. Dietro un costone appare l'ospizio del Sempione. Adesso la neve è molle, si sprofonda, non tiene in nessuna direzione. Sono l'ultimo a scendere. Alle mie spalle più nessuno. Solo lo splendore del Breithorn illuminato dai raggi del sole.
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