Certo, la domenica in montagna è bello. Ma anche alzarsi la mattina presto, nel silenzio assoluto della casa, allietato dal profumo del caffè non è niente male, specie se la domenica arriva dopo un sabato spumeggiante, trascorso a salire il Grignone… Val la pena di fare un piccolo fleshbec…
Qualche settimana fa parlando con Ubik viene fuori che sarebbe voluto andare sul Grignone….bello, mi piace, e poi Ffrizzy che a dicembre gentilissimo mi aveva accompagnato sulla Grignetta, aveva raccomandato di salire anche il Grignone. Quindi apro un topic “la Grigna per Ubik”….titolo che non lascia adito a e equivoci….la Organizzatrek si muoveva apposta per lui….attendo adesioni, piuttosto fiacche, ma si sa che una salita arcinota non scatena immediato interesse. Alla fine si decide per sabato. Ore 7.30 (mattino inoltrato) appuntamento al colle del Balisio.
Partecipanti Trek, Ffrizzy, Ubik e, incredibile ma vero, animato da una volontà incrollabile, da Brescia si unisce anche Solitario. Mattina presto, suona la sveglia, accendo il telefono ed arriva un messaggio…”Ubik non viene”…tirato tardi la sera, stanchezze ataviche, e altro che non sto qui a raccontarvi…insomma si organizza una uscita per lui e lui ci dà buca: guadagna così, facilmente, il titolo di pakkatore dell’anno…Romani, voi ci avete la “9chevisola”, noi lumbard gh’avem “Ubik ch’al ven no…” Parto alla volta di Lecco per l’appuntamento con i due superstiti del gruppo. Eccomi a Lecco…Breva e Tivan. Poco traffico. Imbocco la Valsassina. Alle 7 e 10 prima telefonata...Solitario è già li, mi aspetta ad un distributore. Passo, ci salutiamo, zaino e bastoncini in macchina e via... alla volta della raccolta di Ffrizzy…Ubik non c’è…davanti al parcheggio della C.R.I. al colle del Balisio ci aspetterebbe Ffrizzy, ma noi siamo impegnati a parlare e lui ha cambiato macchina, così lo superiamo senza vederlo….seconda telefonata…”mi mavete appena superato…” dietro front, lo raccogliamo, roba in macchina, Ubik non c’è….e via si riparte. Pasturo, la Cademartori, Introbio, Primaluna, la frana che si è portata giù un bel pezzo di montagna seppellendo case e aziende.
La strada scorre veloce sotto di noi, la giornata è discreta e tiepida. A Cortenova deviamo sulla sinistra verso Porlasco. Ora la strada comincia a salire, qualche tornante…si chiacchiera, ma da Solitario, seduto dietro, non una parola (del resto “nomen sunt omen), poi forse è stanco della levataccia per arrivare sin qui…congetture, intanto i tornanti salgono e la strada, larga a sufficienza e sgombra di altre auto, consente di affrontarli “in allegria”. Cazzate: Solitario taceva per non “sboccare”, rallento immediatamente, che per lavare i sedili ci vuole un capitale… Arriviamo al “rifugio Cainallo” un albergo quasi al termine della strada asfaltata. Proseguiamo, termina l’asfalto e dopo poche centinaia di metri termina anche la strada. Ci sono già una decina di macchine parcheggiate…”in estate qui il parcheggio è pieno” dice l’indigeno Ffrizzy. Lasciamo la macchina, ci vestiamo e partiamo. L’indigeno Ffrizzy (escursionista contemplativo) ci indica sicuro la via. Escursionista contemplativo significa che fra un sentiero facile e banale ed uno più complicato ma panoramico …Ffrizzy sceglie senza ombra di dubbio il secondo. Lo ringrazieremo a lungo di questo. Passo spedito, sentiero in mezzo ad un incantevole bosco di faggi: i profumi sono inebrianti, le foglie sul sentiero lo rendono soffice come un tappeto, una goduria…certo il percorso va un po’ su e giù…come su e giù…? Giù…?? In discesa…?? Ma in montagna non si sale…??? Cominciamo ad assaporare uno dei motivi conduttori dell’escursione di oggi: il su e giù!!! Rapidamente, arriviamo ad una della stranezze naturali del percorso: la Bocchetta di Prada, un arco naturale nella roccia, una specie di anello in bella mostra.
Ffrizzy ci spiega che il nome deriva dal fatto che molti anni fa il lago si è alzato talmente tanto che “Luna Rossa” ci è passata sotto…Facezie, facezie che però non dissimulano il continuo su e giù…alla fine della giornata totalizzeremo un’ascesa di 1347 metri ed una discesa di 1490…dice niente?? Arriviamo senza fatica ed in splendida solitudine al Rifugio Bietti. Ci concediamo il caffè. Il profumo che viene dalla cucina farebbe cadere in tentazione chiunque…ma noi siamo votati ad un’altra missione. Il cielo comincia a velarsi un poco, foschia soprattutto, che però ci impedisce di goderci il panorama della cime circostanti. In basso in intravede Mandello Lario, adagiato sul lago. Si scorge lo stabilimento della Moto Guzzi. Chiediamo informazioni al rifugista e ripartiamo. Dice Ffrizzy “qui ogni anno il panorama cambia” che tradotto vuol dire…frana spesso!!! Ora la salita si fa più dura, ogni tanto si attraversa qualche piccolo tratto di sentiero innevato, poca roba. Arriviamo alla base di un tratto molto ripido, col sentiero che si inerpica fra basse piante di mugo. Saliamo con una fatica discreta sotto un sole che adesso richiede di mettersi un po’ di crema. Solitario sfodera una protezione 8, robetta confronto a quella di Ffrizzy che ci annichilisce con una 50+: noi, nel nostro mestiere lo chiamiamo intonaco, lo compriamo in sacchi da 25 kili…e costa molto meno!!!
Camminiamo su un sentiero lungo una cresta rocciosa. Veniamo raggiunti e superati da un atletico escursionista che arriverà al Brioschi un pezzo prima di noi. Ci fermiamo e indossiamo l’imbrago. Ecco il primo tratto di percorso attrezzato “ferrata dei carbonari”: catene, scaletta metallica rossa (bella), ben ancorate alla roccia, di quelle che infondono sicurezza. Ffrizzy sale agile e veloce, denotando una confidenza con il percorso a noi totalmente sconosciuta. Noi, non esattamente avvezzi ai percorsi verticali, arranchiamo con forza ed orgoglio difendendo quel poco di onore che ci rimane: mani sulla roccia, appigli ed appoggi, piedi sulla scala, un aiutino dalla catena, senza esagerare e siamo fuori dalla parte attrezzata. Qualche foto aiuta a scaricare la tensione che è palpabile.Bene, questa è fatta, ci rimettiamo in cammino ma ci rendiamo conto che non è finita lì: il Brioschi è ben in alto e quindi ci sarà da faticare assai. Del resto siam qui apposta “chi bello vò comparì qualcosa deve soffrì”. Continua il percorso in cresta, non larghissima ma neanche stretta da preoccuparsene: a destra e sinistra il vuoto ed un panorama notevole. Peccato per la foschia.
Ffrizzy ci narra della bellezza delle cime locali. Il Sasso Cavallo. Noi ascoltiamo come scolari a scuola. Ubik non c’è…il percorso continua, alternando tratti attrezzati e protetti con catene a piccoli spazi in orizzontale sui quali camminare e tirare il fiato. Ffrizzy è sempre davanti a noi, sale come uno stambecco…gli mancano solo le corna (si puo’ provvedere), noi dissimuliamo la fatica con un allegro chiacchiericcio, interrotto solo nei momenti dei passaggi più complicati. L’adrenalina ha sostituito il sangue nelle vene…le mani si serrano come morse titaniche attorno agli appigli del percorso…Solitario, non contendo della fatica che si sta impossessando delle sue gambe decide di saggiare la consistenza della roccia con la rotula del suo ginocchio...doloreeeee”!!! “Mahaaa a che punto siamo???” chiede Solitario…l’indigeno non si volta e con lo sguardo perso nell’immensità del cielo ed un candore degno di una vestale risponde “dovrebbe essere l’ultima questa…” il dubitativo “dovrebbe” avrebbe dovuto insospettirci ed invece noi, intorpiditi dalla fatica non ne abbiamo colto la sfumatura…l’indigeno mentiva sapendo di mentire….eravamo appena a metà della fatica: la ferrata dei Carbonari è lunga a sufficienza per stancare i meno allenati e noi siamo fra questi. Echeggia un grido “fankulo Ubik…” adesso si svela la vera ragione della sua assenza: quando ha capito che saremmo saliti dalla Ferrata ha mangiato la foglia ed ha passato la mano.
Lui voleva saluire da Balisio con un percorso molto più sentieristico e meno faticoso…certamente meno panoramico, quindi non inserito nel database del Contemplativo Ffrizzy. Proseguiamo, rinfrancati dal fatto che ogni metro percorso ci avvicina alla meta. La fatica si sente, Solitario comincia ad avere qualche crampo. Il Brioschi adesso è coperto da una nuvola e l’indigeno sfodera perle di saggezza locale: “quan la Grigna g’ha ‘l capel, o ‘l fa brut o ‘l fa bel” Bella roba!! Usciamo finalmente dal percorso attrezzato: di fronte a noi il sentiero che scende tranquillo verso Balisio, alla nostra sinistra in alto il Brioschi ci guarda sornione e ci attende, con le nuvole che gli girano intorno. Adesso gli escursionisti si son fatti più numerosi. Qualche cane accompagna il suo padrone. I crampi di Solitario ne rendono l’ultima parte della salita assai faticosa. Alla fine arriviamo a rifugio, con il tetto saldamente ficcato fra le nuvole ed il panorama bianco e lattiginoso…peccato!!!
Tempo di mangiare, fare un paio di foto, di cui una appositamente scatta per Ubik, bere un caffè, leggere che è aperta una sottoscrizione per riattivare la funicolare che porta il materiale dal piano fino al rifugio (223.00 euri, 100.000 della regione, gli altri da reperire) e poi via giù nel canale coperto di neve fradicia, immersi nella nebbia… Fuori dalla nebbia passiamo di fianco ad un “buco” segnalato da un cartello metallico: caderci dentro in inverno quando è coperto di neve deve essere assai pericoloso. Pare che qui intorno ce ne sia uno profondo 1000 metri, dice l'indigeno. Scendiamo ancora, la neve ormai è terminata, ci sono fuori solo sassi ed erba. Rimango colpito dalla fioritura dei larici che mai mi era capitato di vedere: una specie di piccolissima pigna in verticale, grande e colorata come un lampone. Provo a fare una foto ma il risultato è deludente. Sul sentiero 25 passiamo accanto al rifugio Bogani. Proseguiamo verso il parcheggio, faccio in tempo a scattare qualche foto ai fiori e poi eccoci alla macchina. Abbastanza stanchi a dire il vero ma assai contenti per l’ottima scarpinata, solo parzialmente “danneggiata” dalla nebbia in alto. Ringrazio caldamente l’indigeno Ffrizzy e Solitario per la compagnia.Mi spiace per Werewolf ed Haldo64 che hanno dovuto rinunciare…
E anche per Ubik! Alla prossima…il Resegone!!!
Nice shots !!
looks like a wonderful paradise to us ..
thanks for sharing your photos in these blog !!
Scritto da: Narras Furnitures | 26 maggio 2010 a 16:57
Separato da un valore, il personale appoggio e il prodotto utilizzato da PokerStars ha un valore incredibile. Multi-tavolo ricreazioni offerti da questo locale sono essenzialmente notevoli.
Scritto da: casinò on line | 09 settembre 2011 a 15:39