La prima ciaspolata in notturna
Chi:
Trek, Ffrizzy, Ghisino, Hallo Mountains, Solitario, fratello di solitario, Ubik
e con la straordinaria quanto fugace partecipazione di haldo64
Dove:
Formazza, rifugio Maria Luisa, Bacino del Toggia
Quando:
sabato 3 e Domenica 4 febbraio
Perché:
la luna piena
Finalmente, dopo settimane di simpatiche chiacchiere, grazie allo spirito di abnegazione di Trek e grazie alla complicità di pochi ma ben assortiti partecipanti, si è materializzata la Prima Ciaspolata al Chiar di Luna… Alle 7 della mattina di sabato 3 febbraio, parte l’avventura. Cioè dovrebbe partire ma un banale incidente stradale, posticipa l’arrivo di Ffrizzy all’appuntamento di Gallarate con Trek. Problema risolto con un minimo di pazienza. Quindi si parte alle 8 e alle 10 della mattina i primi due componenti della spedizione arrivano in Formazza, a Riale. La piana è già baciata dal sole e la neve…è poca come previsto.
In compenso il colpo d’occhio ripaga…
Calzati gli scarponi ci avviamo speditamente verso il passo del Gries, prima tappa della lunga 2 giorni programmata. La salita è piacevole, non particolarmente faticosa…fino alla fine del Bacino del Morasco. Lì comincia la salita, quella vera, su una sostanza semincoerente e pochina…sembrerebbe neve…ma chissà se sarà vero. Camminando lungo quella che nella stagione estiva è una pista di servizio, arriviamo in vista della Piana del Bettelmat.
Neve sempre poca, un bel sole e la presenza di un costante e fastidioso vento contrario che viene giù dal passo del Gries. Dopo un rapido consulto decidiamo che data l’ora e le condizioni del vento possiamo ripiegare su qualcosa d’altro. Decidiamo di salire, sempre lungo una pista di servizio, verso una opera di servizio dell’Enel, una specie di galleria che sta a circa 2350 m. Arrivati davanti alla galleria facciamo foto e mangiamo, solito ristorante a 2300…la giornata è veramente splendida…ma il tempo passa e decidiamo che è ora di tornare, anche perché verso le 4 e mezza abbiamo appuntamento con gli altri partecipanti alla Piana di Riale.
Si riparte…scendendo al Bettelmat e poi al Bacino del Morasco, solo parzialmente ghiacciato (ahime!). Presi dall’entusiasmo decidiamo di completare il giro del lago. La traccia non c’è, la facciamo noi, arranchiamo con una discreta fatica. Ffrizzy si sbizzarrisce con le foto. In alcuni tratti camminiamo su neve slavinata, ricoperta da un sottile strato di neve ventata che cede sotto il nostro peso, alla fine con le gambe discretamente stanche terminiamo il giro, scendiamo alla Piana e ritorniamo alla macchina.
Mentre ci riposiamo si materializzano Hallo Mountains e Ubik. Ci salutiamo calorosamente e già la temperatura della gita sale…quando improvvisamente mi passa davanti un tale che dice…”Trek2005, tu sei Trek2005?? Io sono Haldo64”. Eccolo il fantasma che non verrà alla gita. Peccato, altri impegni gli hanno impedito di unirsi a noi, sarà per la prossima volta (sto già organizzando un’altra cosa per il plenilunio di aprile…)
Mentre ce la raccontiamo si avvicina un’auto sospetta… una citroen familiare blu, con un tale “solitario” alla guida e “mefistofele” sul posto passeggero…ci guardano e “siete del forum?” Eccoli, sono arrivati anche loro ”Solitario” e il “fratello di Solitario”. Quest’ultimo sfoggia due occhi azzurri ed sguardo magnetico contornato una barba che lo fanno assomigliare al “dottor Fiesmont” dei fumetti di Tex. Scendono dalla macchina e ci presentiamo…strette di mano, nomi di battesimo da associare ai nick…bene siamo pronti e per rompere il ghiaccio ed attendere degnamente l’ultimo dei convenuti…ce ne andiamo al bar a bere una birra!
Davanti ai boccali le cose si fanno più semplici e si stende il programma con orari, quote, tempi di percorrenza e mentre beviamo cominciamo a notare l’abbigliamento “top model” di HM: un campionario di vera eleganza, tutto nuovo all’ultimo grido. Una “figa” a tutti gli effetti. Abbiamo ormai finito di bere e in quella squilla il mio telefono “sono Ghisino e sto arrivando”….ecco anche il nostro “magister elagantie falesiarum”. Arriva, ci presentiamo, ci prepariamo e calzate le ciaspole…partiamo, non senza aver apprezzato l’idea di HM di portare un ottimo dolce trentino. Trek, neanche a dirlo, sfodera una “autarchica” bottiglia di Prosecco della Valdobbiadene, che viene premurosamente riposta nel suo zaino…Solitario dal canto suo ci solletica il palato con la promessa del limoncello “muliebre”.
Sta ciaspolata comincia sotto i migliori auspici: compagnia ben assortita, reparto eno-gastronomico ben fornito, voglia di divertirsi, un meteo amico che più amico non si può!
Comincia la salita verso il Maria Luisa, lungo la pista di servizio dell’Enel, su neve abbastanza indurita dalla temperatura ormai discesa a valori consoni alla stagione e all’orario. In realtà le ciaspole ai piedi sono superflue, ma un po’ per non portarle a spalla sullo zaino, un po’ perchè una ciaspolata senza ciaspole fa un po’ ridere…le indossiamo e procediamo spediti.
Le foto volano a tutta manetta (magia del digitale, se fossero rullini ce ne vorrebbe uno zaino pieno) e in un paio di ore (tempo biblico per salire 450 metri) arriviamo in vista della diga del Toggia e della luce amica del Rifugio Maria Luisa. Lo spettacolo del rifugio rallegra i cuori di tutti.
La stellata in alto ha del meraviglioso: senza l’interferenza delle luci cittadine e con l’aria trasparente si riconoscono tutte le costellazioni conosciute ed anche alcune non ancora scoperte.
Entrati nel rifugio prendiamo posto nelle camere e andiamo a cena. La cucina è buona, la fame e la compagnia fanno il resto: i bis si sprecano e scopriamo che Ghisino, sempre molto riservato durante la salita, appartiene a quella categoria di persone che “è meglio fargli un vestito che portarle a cena”….magna come un lupo!!!! HM ci intrattiene con dotte dissertazioni sulla qualità dell’abbigliamento di cui dispone!!!
Mazzolato il prosecco di Trek, spazzata la cena, seccata la bottiglia di limoncello di Solitario…Ffrizzy ed io, un poco provati dalla giornata, ci buttiamo un’oretta in branda (ognuno nella sua!) cercando di recuperare un minimo di forze per affrontare degnamente le ore successive.
Alle 22.30 in piedi di nuovo con HM che sperimenta l’alta qualità dei saccoletto di carta: appena lo si tira un po’ si disfa come un tovagliolino di carta!!!!
Di nuovo vestiti e calzati fuori sulla neve, davanti al rifugio. Le stelle ci fanno compagnia assieme alla luna che ha fatto la sua comparsa nella sua totale magnificenza e splendore: la luce illumina tutto il circostante strappandoci innumerevoli commenti di stupore ed approvazione. Sale l’entusiasmo per la ciaspolata che ci apprestiamo a fare. La fatica della salita e le ore di sonno perse saranno ampiamente ripagate con gli interessi!! Sono le 23, partiamo con una lentezza da lumaca, ogni 10 metri si scoprono angoli ed effetti di luce nuovi che meritano di essere fotografati. Superata la diga finalmente si procede un poco più spediti e si intravede la meta della nostra camminata: il passo del San Giacomo.
La strada sarà abbastanza lunga e Ubik, appena convalescente, decide che non se la sente, così torna indietro. Andiamo avanti con buon passo, alternando “il primo”, costeggiando il bacino del Toggia. La tentazione di scendere per camminare sulla superficie gelata è tantaaaaaa. La prudenza ci suggerisce di rimanere sul percorso facile per poter godere della luna e della sua luce. Le montagne attorno a noi sono splendidamente illuminate.
Si sentono solo i nostri passi che scricchiolano sulla neve dura. Il ritmo è abbastanza elevato, ampiamente aiutato dall’entusiasmo. Ogni tanto ci fermiamo a “tirare il fiato” (sostanzialmente io che sento la fatica della giornata, giacchè Ffrizzy…vola come una libellula). Ad un certo punto, illuminata dalla luna, sfreccia via una lepre impaurita, solo il tempo per individuarne la sagoma e poi più nulla.
Passiamo accanto alle vestigia dei piloni che sorressero il Wagonrestaurant, una curiosa idea del 1930 che generò un ristorante ricavato in un paio di carrozze ferroviarie, appoggiate su piloni, sul bordo del Bacino del Toggia. Oggi di quella idea rimangono solo i piloni. Lentamente la nostra meta si fa più prossima. Ogni occasione è buona per fare foto a questo paesaggio assolutamente inusuale.
Mezzora dopo la mezzanotte superiamo il passo San Giacomo ed arriviamo alla croce di legno in territorio elvetico. Sotto di noi la Val Bedretto rischiarata dalla luna. Ci fermiamo una ventina di minuti a far foto a qualsiasi angolo ci si pari davanti. Poi decidiamo che è ora di tornare.
Il vascello volge la prua verso sud e le nostre ciaspole riprendono a crocchiare sulla neve. Il passo si fa spedito aiutato dalla leggerissima discesa….un po’ troppo spedito, io sono sempre più stanco e mi preoccupo per i crampi, fastidiosi compagni di ogni giornata “lunga”. Chiedo di rallentare il passo, ma dopo pochi minuti siamo ancora a passo da bersaglieri, neanche ci chiudessero il rifugio!!
Già il rifugio: sarà aperto? Prenotando per la serata avevo spiegato la nostra camminata notturna ma poi mi sono dimenticato di parlarne con il gestore. Speriamo bene. Sono ormai le due di notte quando arriviamo alla diga e 5 minuti dopo al rifugio…la porta è aperta per fortuna: nel locale di ingresso ci sono pochi sci da scialpinismo e decine di ciaspole. Mettiamo lì anche le nostre e ci fiondiamo verso le brande alla ricerca del meritato riposo. Non mancano le sorprese dell’ultimo minuto: HM, sfodera dal suo zainetto da 30 litri anche un pigiama…il pensiero corre a Maxxo “l’omo a da puzzà” e lui si porta il pigiama!!!! Dopo 10 minuti tutto tace, io faccio un po’ fatica ad addormentarmi, sono troppo stanco….poi non mi ricordo più nulla.
Alla mattina ci alziamo verso le 8. ancora entusiasti del panorama illuminato da una luce diversa Ffrizzy ed io usciamo a far qualche foto: l’aria è pulita e frizzante, qualcuno è già partito, probabilmente con gli sci verso il Basodino, altri si stanno preparando. Una meraviglia. Facciamo colazione onorando il dolce di HM, con Ghisino che ci conferma l’impressione del “magister divoratores” della sera precedente. Ci facciamo allegre risate, perché io avrei bisogno di una crema da “contorno occhi” e HM si affanna a cercare un asciugacapelli!!!
Lui alla fine lo trova e io invece mi tengo i miei occhi segnati dalla stanchezza.
Ci prepariamo, paghiamo, salutiamo e andiamo, destinazione lago Kastel, poco più sopra il rifugio Maria Luisa. Lo raggiungiamo in pochi minuti, sotto un sole che comincia a dardeggiarci.
Arrivati sulle sponde del lago io ed il “fratello di Solitario” ci scambiamo uno sguardo di intesa e ci concediamo il piacere di attraversare la superficie gelata del lago, raggiungendone il lato a sud. Al solito stare in mezzo ad un lago gelato regala sensazioni molto particolari. Torniamo indietro, stavolta tutti sul lago, e puntiamo verso i laghi del Boden che raggiungiamo poco dopo mezzogiorno.
Ci fermiamo a mangiare, cercando di finire tutto quel che abbiamo a disposizione per levarlo dallo zaino e poi torniamo sui nostri passi per scendere verso la piana di Riale. Il sole è alto nel cielo terso, dal canale del Basodino scendono alcuni sciatori, mentre altri salgono nonostante l’ora tarda. La discesa è facile e veloce, agevolata per alcuni tratti dalla possibilità di tagliare i tornanti. Sono le 3 e siamo alle macchine con una discreta voglia di una birretta. Noi siamo pronti ma le due “madame” Ubik e HM…vanno cambiarsi e lavarsi. Finalmente arrivano e partiamo alla volta di un baretto poco più a valle.
Birrette, formaggi, salumi, degna conclusione di un fine settimana da mettere negli annali.
Scusate se mi son dimenticato di qualcosa!!!!
Grazie a tutti come sempre per la compagnia e disponibilità all’avventura.
Ed un grazie anche a quelli che leggendo questo resoconto non si lamenteranno: non sono granchè capace di condensare 48 ore di emozioni in tre paginette.
Alla prossima Trek
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